Madama Butterfly di Puccini apre la stagione operistica a Milano
“Un bel dì, vedremo
levarsi un fil di fumo sull’estremo
confin del mare.
E poi la nave appare.
Poi la nave bianca
entra nel porto, romba il suo saluto.
Vedi? È venuto!
Io non gli scendo incontro. Io no. Mi metto
là sul ciglio del colle e aspetto, aspetto
gran tempo e non mi pesa,
la lunga attesa”.
È il 17 febbraio del 1904, Madama Butterfly di Giacomo Puccini, scritta su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica e dedicata alla regina d’Italia Elena di Montenegro, esordisce alla Scala di Milano. Un fiasco.
Così racconta Giulio Ricordi, editore dell’opera, a poche settimane dalla Prima:
«Grugniti, boati, muggiti, risa, barriti, sghignazzate, i soliti gridi solitari di bis fatti apposta per eccitare ancor di più gli spettatori, ecco, sinteticamente, qual è l’accoglienza che il pubblico della Scala fa al nuovo lavoro del maestro Giacomo Puccini. Dopo questo pandemonio, durante il quale pressoché nulla fu potuto udire, il pubblico lascia il teatro contento come una pasqua!»
Le cronache di allora testimoniano la presenza in sala di una vera e propria claque nemica pronta a inveire contro il compositore a prescindere dalla qualità della messa in scena e non è un caso che di vero e proprio linciaggio scriva amareggiato lo stesso Puccini:
«Con animo triste ma forte ti dico che fu un vero linciaggio. Non ascoltarono una nota quei cannibali. Che orrenda orgia di forsennati, briachi d’odio. Ma la mia Butterfly rimane qual è: l’opera più sentita e suggestiva ch’io abbia mai concepito. E avrò la rivincita, vedrai, se la darò in un ambiente meno vasto e meno saturo d’odi e di passioni».
È però anche probabile che la modernità di quella tragedia, così feroce e onesta nella rappresentazione delle passioni umane, avesse colto di sorpresa e turbato il pubblico dell’epoca, evidentemente impreparato.
La storia di Madama Butterfly è una storia d’amore, struggente, terribile, in cui la vanità dell’uomo si scontra, fallendo, con l’energia vulcanica e travolgente della donna, amante, moglie, ma soprattutto madre. All’inizio del XX secolo il luogotenente americano Pinkerton sbarcato a Nagasaki sposa per un vezzo una giovane geisha di 15 anni, Cho Cho-san, per poi ripudiarla appena dopo un mese. Pinkerton non le dice nulla, torna in America, sposa un’altra donna, mentre la giovane diventata madre lo attende speranzosa. «Che fareste s’ei non dovesse ritornar più mai?» le chiedono. Tre anni dopo il luogotenente e la seconda moglie Kate ritornano in Giappone, è lei a chiedere a Cho Cho-san di affidargli il figlio. Tutto il suo mondo crolla d’improvviso fino al compimento della tragedia finale. Un suicidio con la lama con cui in passato si era ucciso il padre, e su cui erano incise le parole «Con onor muore chi non può serbar vita con onore». Il figlio bendato e con in mano una bandierina statunitense è l’ultima immagine che ci lascia Puccini ed è un’immagine di devastante dolore e disperazione.
Dopo 3 mesi dalla débâcle milanese Puccini non si arrende, consapevole della validità della propria opera, e presenta modificata la «tragedia giapponese» al Teatro Grande di Brescia, questa volta è un successo straordinario e non smetterà più di esserlo.
Il 7 dicembre, Sant’Ambrogio, come da tradizione si tiene la prima della nuova stagione della Scala che quest’anno è dedicata proprio all’opera pucciniana nella sua versione originale, un atto che qualcuno ha definito addirittura riparatorio nei confronti del compositore toscano.
Il direttore Riccardo Chailly rilegge nuovamente un’opera di Puccini, dopo Turandot e La fanciulla del West. La regia, invece, è di Alvis Hermanis, non nuovo all’ambiente scaligero grazie alle produzioni de I due Foscari di Verdi e soprattutto di Die Soldaten di Zimmermann. Nel cast il soprano uruguayano Maria Josè Siri nel ruolo di Madama Butterfly e il tenore americano Bryan Hymel nei panni di Pinkerton.
L’opera è stata trasmessa in tv su Rai 1 e in diretta radiofonica su Radio3. Aumentano in questa sesta edizione le sedi delle proiezioni in diretta dello spettacolo, che passano da 21 a 27, mentre sono stati più di 50 gli eventi dedicati all’opera pucciniana. Tutti i dettagli sul sito del Comune di Milano.
Alla prima erano presenti il re di Spagna Juan Carlos, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e molti altri rappresentanti delle istituzioni. Tra i vip Roger Moore e Gabriele Salvatores.