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  • Un’inedita esplorazione dell’itinerario artistico di Martino Traversa, compositore apolide della musica contemporanea italiana. La sua produzione coniuga un ardito neomodernismo – esito personalissimo della ricezione del “secondo” Boulez – con una urgenza retrospettiva, vissuta come frangia estrema del debussysmo e del ravelismo. Erma bifronte tra utopia e nostalgia, persegue un rigoroso costruttivismo sonoro sia nelle opere solistiche, cameristiche e sinfoniche sia nel versante elettronico ed elettroacustico. Profondamente avverso a qualsiasi radicalismo concettuale o anti-musicale, ha coltivato un cammino compositivo autonomo, fuori dagli schemi e lontano dalle accademie, guardando più all’Europa che all’Italia. Ne delinea il composito ritratto la struttura quadripartita e pluridisciplinare del volume: sei contributi musicologici affidati, oltre ai due curatori, ad Alfonso Alberti, Marco Angius, Gian Paolo Minardi e Curtis Roads; due approfondimenti dialogici con lo stesso compositore e con Angius; quattro conversazioni con i suoi interpreti storici: Irvine Arditti, Mario Caroli, Garth Knox, Ciro Longobardi; un’appendice conclusiva su un’installazione intermediale curata da un musicologo, Lombardi Vallauri, un critico letterario, Fabio Vittorini, e una storica dell’arte, Francesca Pola.
  • La musica a cui si riferisce il titolo di questo libro è, da una parte, la musica che Jean-Jacques Rousseau ascoltò fin da bambino commuovendosi fino alle lacrime e che lo consolò nelle difficoltà dell’età avanzata: musica semplice e piacevole, “naturale” come egli la dice; ed è anche la musica “imitativa”, musica d’arte raffinata e complessa di cui seppe descrivere le dinamiche tecniche e linguistiche nel loro percorso storico e indovinarne il futuro sviluppo; ma è soprattutto l’idea di musica da lui elaborata all’interno della riflessione sull’origine, sulle società, sui linguaggi, e a cui affidò la proiezione del suo io inquieto. Musica risonante e musica teorizzata interagiscono già nella prima prova pubblica di Jean-Jacques Rousseau, la presentazione all’Acadèmie des Sciences parigina di un nuovo sistema di notazione, e nel suo primo scritto pubblicato che lo spiegava nei dettagli e nelle motivazioni. Così sarà in tutte le sue prove musicali fino al Pygmalion quando l’altezza del compito affidato all’artista – la conciliazione di natura e cultura – lo sgomenta tanto da indurlo al silenzio.

    Sommario

    Introduzione Jean-Jacques e Rousseau Prime esperienze musicali Un’idea nuova Un lavoro straordinario Le due musiche Le Devin du village L’origine Un’altra origine L’arte del musicista Il teatro Pygmalion Le grand Faiseur Consolazioni Segni grafici Riferimenti bibliografici Indice dei nomi
  • Il presente volume è la restituzione multimodale del progetto di etnomusicologia applicata Roma a tempo di musica realizzato nella Scuola Secondaria di I grado “R. Bonghi” di Roma nell’a.s. 2022/2023. Attraverso lo studio e la pratica laboratoriale sia di repertori di tradizione orale che di musica d’arte del primo Novecento, si è voluto porre l’accento sulla bellezza e la pluralità della vita culturale di Roma, dove vivono e si influenzano persone provenienti da diverse parti del nostro pianeta. Grazie anche all’intervento in classe delle music makers protagoniste dei recenti flussi migratori, nel progetto Roma a tempo di musica si è lavorato sulla costruzione identitaria individuale e collettiva degli alunni, in una prospettiva fluida e transculturale.
  • Il saggio ripercorre l’arco temporale che va dalla nascita del flauto traversiere presso la corte di Luigi XIV in Francia alle prime decadi dell’Ottocento, ricostruendo per la prima volta le modalità di diffusione dello strumento in Europa e i vari aspetti organologici e poetici che di volta in volta il flauto ha assunto nei diversi paesi quali Inghilterra, Germania e Italia, osservati nel loro peculiare contesto musicale. In un viaggio tra sacro e profano, al centro della ricerca sono la poetica degli affetti, di cui il traversiere è particolare portavoce, e il rapido mutamento estetico-acustico che lo strumento ha subìto nel corso del XVIII secolo.
  • Ambientato in Sardegna, Sing Me Back Home esplora la lingua e la cultura attraverso la scrittura di canzoni come metodo etnografico. Kristina Jacobsen si chiede, dopo tredici mesi di lavoro etnografico sul campo durante i quali ha scritto canzoni con musicisti, artigiani, pastori, poeti e attivisti linguistici sardi: Come vengono narrate le vite e le ideologie linguistiche sarde sullo sfondo della musica americana? Il libro mostra come i musicisti sardi cantino la loro storia tra le righe. Rivela come le canzoni sarde diventino un sito di trasduzione in cui, attraverso il processo di scrittura, registrazione ed esecuzione delle canzoni, l'energia di un genere musicale e di una cultura linguistica venga sfruttata per indicarne un altro molto più vicino a casa.
  • Jia Ruskaja (Kerč’, 6 gennaio 1902 - Roma, 19 aprile 1970) è stata una danzatrice, coreografa, teorica della danza italiana; ha fondato l’Accademia Nazionale di Danza e la Fondazione dell’Accademia Nazionale di danza. È stata la donna che ha intessuto rapporti pubblici e privati con le maggiori personalità della cultura coreutica, artistica e politica del Novecento italiano ed internazionale. Diva e icona glamour della danza libera italiana, nonostante le origini tartare è da considerarsi a tutti gli effetti un’artista nostrana. L’intelligenza, la sagacia nonché la personalità volitiva, le hanno concesso di entrare nel mondo coreutico pur non essendo una danzatrice di formazione, percorrendo con disinvoltura gran parte del Novecento a partire dagli anni del futurismo, per ritrovarsi regina della danza nel ventennio fascista. «Danzatrice e poetessa della danza, è una creatura molto interessante, una personalità. Personalità ineguale e attraente che fonde in un’armonia maravigliosa di linee fisiche e spirituali aspetti vari e mutevoli di una figura e di un carattere. È la sintesi compiuta e inquadrata di varie epoche, di varie razze, di vari temperamenti; è un contrasto e un accordo», tutto questo è Jia Ruskaja: la dea danzante.
  • Percorsi di etnomusicologia ripercorre i molteplici itinerari di questa disciplina che, fin dai suoi esordi alla fine del XIX secolo, ha visto un susseguirsi di correnti teoriche-metodologiche rivolte a conoscere le diverse culture musicali. L'affascinante viaggio nella storia della disciplina permetterà di guardare ai modi in cui i ricercatori, nel corso del tempo, si sono avvicinati a tali culture, le hanno analizzate e interpretate avanzando interessanti e multiformi proposte ermeneutiche.
  • In questo volume indirizzato a musicisti e interpreti, il violoncellista Cosimo Carovani riflette sul mondo al quale appartiene.
    Nelle discussioni intorno alla musica, salta fuori spesso lo scettico di turno con la frase «parlare di musica è come ballare di architettura» (una citazione attribuita, erroneamente, a Frank Zappa): un po’, in fondo, lo pensiamo tutti, ma dall’antichità fino a oggi non si è mai smesso di parlarne. Non si tratta di mettere in discussione l’ineffabilità dell’arte dei suoni; ma, al contrario, di prendere atto che da quel potere impalpabile può scaturire una costellazione di pensieri e di parole. Rameau, Schumann, Berlioz o Wagner sono solo alcuni dei molti musicisti che hanno dedicato pagine e pagine – teoriche, critiche o filosofiche – alla loro arte, come in un continuo lavoro maieutico su sé stessi e sulla musica. Parlare di musica è importante – altroché se lo è! Cosimo Carovani parla in queste pagine di un potere della musica di operare trasformazioni interiori: perché dovremmo autocensurarci ed evitare di dare espressione verbale a qualcosa che, pur apparentemente inesprimibile, è in grado di cambiare la nostra vita? (dall’introduzione di Luca Ciammarughi)
  • In Anime affannate si parla di Francesca da Rimini e Ugolino della Gherardesca, due figure storiche che Dante trasforma in miti della modernità; due peccatori condannati alla pena eterna, che suscitano tuttavia nel viator Dante una compassione dichiarata. Il senso di vicinanza affettiva, la condivisione del dolore, la sincera partecipazione che le due figure provocano anche nel lettore sono anche le ragioni per la loro fortuna musicale: dopo cinque secoli di silenzio, infatti, nell’Ottocento si registrano centinaia di intonazioni dantesche, e una parte rilevante di esse ha come oggetto l’episodio del V canto dell’Inferno, la “bufera infernal”, tanto quanto l’episodio del XXXIII dove i traditori sono gettati nel ghiaccio d’Antenóra. Anime affannate affronta con tre saggi più ampi la figura di Francesca nello specchio della musica, e con diverse schede più agili gli altri testi più frequentemente intonati dai compositori, la tragica confessione di Ugolino e il sonetto Tanto gentile e tanto onesta pare, un Dante stilnovista che ha anch’esso attraversato il secolo romantico.
  • Esaurito
    Margutti & Castelnuovo-Tedesco: Works for Choir and Guitar (Dynamic, 2024) is the album that marks the first artistic outcome of a larger project aimed at expanding the repertoire for choir and guitar. This project was conceived by guitarist Nicolò Spera and Giovanni Cestino, artistic director of the ITER Research Ensemble, with the support of the University of Colorado Boulder. The program pairs two complementary works: Rivers, a new composition written specifically for the performers by Corrado Margutti—currently the largest-scale piece ever written for this ensemble—and Romancero Gitano by Mario Castelnuovo-Tedesco, the first modern work for choir and guitar. This performance is based on a new critical edition prepared by two ITER members, Stefano Colombo and Lorenzo Giustozzi.

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