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  • Varcare la porta delle chiese copto-ortodosse è come “entrare in Egitto”, vivendo un’esperienza sinestetica grazie ai canti dei riti cristiano-egiziani. Per mezzo degli inni i Copti innalzano continue lodi a Dio e trasmettono le conoscenze essenziali per la perpetuazione della copticità in ambito religioso e comunitario.
  • Il volume è un’etnografia musicale del culto napoletano della Madonna dell’Arco. Praticato nell’agro nolano a partire dal XV secolo e attualmente molto diffuso fra i ceti popolari della provincia di Napoli e della città stessa, il culto si è sviluppato, soprattutto nell’ultimo secolo, in un contesto – Napoli e il suo hinterland – compiutamente metropolitano. La devozione per la Madonna dell’Arco costituisce attualmente un fenomeno estremamente vitale, impegna più di centomila devoti nel pellegrinaggio annuale che si svolge il Lunedì dell’Angelo presso il Santuario di Sant’Anastasia, e, almeno nel corso della sua storia recente, non ha conosciuto periodi di declino o di interruzione delle attività rituali. Nei riti dei “battenti” gli elementi coreutico-musicali hanno un ruolo centrale.
  • Anton Francesco Gori raccolse e ripubblicò nel Settecento numerose opere di Giovan Battista Doni; tra queste spicca questo ragguardevole trattato, rimasto sepolto negli archivi romani per più di un secolo. È questo un testo che offre ai nostri lettori una buona occasione di ripercorrere le origini della musica scenica dall’autorevole punto di vista di uno dei maggiori teorici seicenteschi, e ascoltando con lui alcuni dei più importanti compositori dell'epoca - Monteverdi, Gesualdo, Peri, Caccini e molti altri.
  • L’ascolto della musica dell’Altro è un fenomeno affascinante perché «intriga il modo in cui così tante persone oggi, pur perdendo il significato implicito di gran parte della musica che ascoltano, la “fraintendono” in un modo così creativo ed efficace da renderla compatibile con le proprie vite» (Sorce Keller). Questo libro ne illustra un caso paradigmatico: quello di una generazione di italiani, adolescenti negli anni Settanta, che hanno plasmato le loro identità dialogando con la musica dell’Altro latinoamericano, fino a renderla un ingrediente fondamentale dei loro immaginari, sogni e utopie.
  • In questo volume indirizzato a musicisti e interpreti, il violoncellista Cosimo Carovani riflette sul mondo al quale appartiene.
    Nelle discussioni intorno alla musica, salta fuori spesso lo scettico di turno con la frase «parlare di musica è come ballare di architettura» (una citazione attribuita, erroneamente, a Frank Zappa): un po’, in fondo, lo pensiamo tutti, ma dall’antichità fino a oggi non si è mai smesso di parlarne. Non si tratta di mettere in discussione l’ineffabilità dell’arte dei suoni; ma, al contrario, di prendere atto che da quel potere impalpabile può scaturire una costellazione di pensieri e di parole. Rameau, Schumann, Berlioz o Wagner sono solo alcuni dei molti musicisti che hanno dedicato pagine e pagine – teoriche, critiche o filosofiche – alla loro arte, come in un continuo lavoro maieutico su sé stessi e sulla musica. Parlare di musica è importante – altroché se lo è! Cosimo Carovani parla in queste pagine di un potere della musica di operare trasformazioni interiori: perché dovremmo autocensurarci ed evitare di dare espressione verbale a qualcosa che, pur apparentemente inesprimibile, è in grado di cambiare la nostra vita? (dall’introduzione di Luca Ciammarughi)
  • In Anime affannate si parla di Francesca da Rimini e Ugolino della Gherardesca, due figure storiche che Dante trasforma in miti della modernità; due peccatori condannati alla pena eterna, che suscitano tuttavia nel viator Dante una compassione dichiarata. Il senso di vicinanza affettiva, la condivisione del dolore, la sincera partecipazione che le due figure provocano anche nel lettore sono anche le ragioni per la loro fortuna musicale: dopo cinque secoli di silenzio, infatti, nell’Ottocento si registrano centinaia di intonazioni dantesche, e una parte rilevante di esse ha come oggetto l’episodio del V canto dell’Inferno, la “bufera infernal”, tanto quanto l’episodio del XXXIII dove i traditori sono gettati nel ghiaccio d’Antenóra. Anime affannate affronta con tre saggi più ampi la figura di Francesca nello specchio della musica, e con diverse schede più agili gli altri testi più frequentemente intonati dai compositori, la tragica confessione di Ugolino e il sonetto Tanto gentile e tanto onesta pare, un Dante stilnovista che ha anch’esso attraversato il secolo romantico.
  • I saggi raccolti in questo volume di Alessandro Arbo discutono alcuni principali temi della filosofia della musica nel Novecento: dalla presenza del mito di Beethoven nella cultura centroeuropea, all'interpretazione delle rapide metamorfosi dei materiali sonori posteriori alla crisi del sistema tonale, al comune proposito di identificare nella musica un'esperienza della temporalità più originaria o autentica rispetto a quella imposta dai ritmi dell'era tecnologica. L'esame critico coinvolge i criteri di interpretazione dell'opera musicale fondati su paradigmi teorici quali la dialettica, la fenomenologia, l'ermeneutica, la teoria della ricezione.
  • Percorsi di etnomusicologia ripercorre i molteplici itinerari di questa disciplina che, fin dai suoi esordi alla fine del XIX secolo, ha visto un susseguirsi di correnti teoriche-metodologiche rivolte a conoscere le diverse culture musicali. L'affascinante viaggio nella storia della disciplina permetterà di guardare ai modi in cui i ricercatori, nel corso del tempo, si sono avvicinati a tali culture, le hanno analizzate e interpretate avanzando interessanti e multiformi proposte ermeneutiche.
  • Con questo volume si intende offrire un omaggio a Francesco Giannattasio, un caro amico e collega che ha tanto contribuito allo sviluppo della ricerca e della riflessione teorica nel campo dell’etnomusicologia. Sono stati invitati a partecipare coloro che più da vicino hanno seguito il suo lavoro, che si è alimentato di un costante dialogo con diverse discipline, dall’antropologia alla linguistica, dalla musicologia alla psicologia e alla psichiatria. Scritti di Steven Feld, Agostino Ziino, Maurizio Agamennone, Roberta Tucci, Piero Innocenti e Marielisa Rossi, Sergio Bonanzinga, Nicola Scaldaferri, Nico Staiti, Antonello Ricci, Grazia Tuzi, Fulvia Caruso, Giorgio Adamo, Laura Faranda, Giovanni Giuriati, Vincenzo Caporaletti, Bernard Lortat-Jacob, Giorgio Banti and Simone Tarsitani, Paolo Di Giovine, Serena Facci, Ignazio Macchiarella.
  • Il volume La musica fra testo, performance e media offre una riflessione sulle forme di esperienza musicale della contemporaneità e di un passato che spazia dalla prima età moderna alla fine del Ventesimo secolo. Queste possono essere riportate a un concetto ampliato di mediazione musicale che non si applica soltanto all’esperienza “mediatizzata” della musica, proposta da dischi, film, trasmissioni radio e televisive, piattaforme di archiviazione web e social media, ma anche a un concerto dal vivo, a un’installazione, a una partitura a stampa e a un manoscritto musicale miniato. Nel complesso, i saggi di La musica fra testo, performance e media rispondono all’esigenza di problematizzare le forme di esperienza musicale riconducibili ai tre concetti di testo, performance e media, di esplorarne le reciproche relazioni e tensioni ma anche la reciproca permeabilità, fino al punto di indistinzione. La copertina è di Daniele Simonelli.
    SAGGI: Alessandro Cecchi - Forme e concetti dell’esperienza musicale: testo, performance, media nella prospettiva della mediazione radicale I. tecnologia esperienza performance Gianmario Borio - L’esperienza estetica sotto l’egida della tecnologia Giacomo Albert - Post-music: l’ibridazione delle forme audiovisive nel XXI secolo tra performance e tecnologia Alessandro Bratus - Corpi, schermi e “macchine che corrono”: la rappresentazione della performance nella Electronic Dance Music II. sguardo voce ascolto Vincenzo Borghetti - Lo sguardo che ascolta: Alamire, i manoscritti musicali di lusso e i lettori cortesi Michela Garda - Attraverso la voce: oltrepassamenti e dislocazioni tra XX e XXI secolo Emilio Sala - L’inconscio acustico della seconda voce di Milly Emanuele Senici - Filmare l’aria: Franco Enriquez, Francesco Rosi, Peter Sellars III. teorie visioni dibattiti Roberto Calabretto - Appunti per una teoria della musica per film, a partire dalle parole dei registi Gaia Varon - Al servizio dell’ascolto? Il dibattito sulla musica orchestrale in televisione ai suoi esordi IV. gesto corpo scena Maurizio Corbella - Nuove Consonanze. Corpo, suono e performance in Un tranquillo posto di campagna di Elio Petri Maria Teresa Soldani - Il cinema indipendente americano attraverso la musica indie Matteo Giuggioli - Le forme dell’opera nel cinema. Sull’impiego cinematografico del Trovatore tra Gallone e Visconti Ilario Meandri e Matteo Aldeni - Sonorizzatori e rumoristi: la realizzazione degli effetti sonori

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  • Benedetto Marcello è stato uno dei compositori veneziani più eseguiti e ricercati durante il primo Settecento. Oltre ad essere autore di numerosi melodrammi, di musica sacra, musica da camera ecc. fu anche uno spirito attento e critico nei confronti del panorama musicale contemporaneo.
  • Etnografie Sonore / Sound Ethnographies è un semestrale peer reviewed, multimodale, pubblicato online e a stampa, con contributi in italiano e in inglese. Nasce dall’esperienza di ricerca dell’etnomusicologia italiana e si propone come terreno di incontro in ambito internazionale per tutte le prospettive di indagine che affrontano la complessità e la trasformazione delle pratiche musicali. Incoraggia uno sguardo etnografico, volto alla documentazione e all’analisi dei comportamenti sonori, coreutici, sociali a livello individuale e di gruppo.
  • Pochi mesi dopo aver collaborato con Giuseppe Verdi alla creazione di Un ballo in maschera, Antonio Somma diede alle stampe Cassandra (1859), imponente tragedia in cinque atti dagli echi alfieriani, saldamente legata alla tradizione classica e dedicata alla più grande attrice di quegli anni, Adelaide Ristori. Affine all'opera verdiana, benché precedente di diversi anni, è anche La maschera del giovedì grasso poema dai toni gotici, fosco e inquieto, ambientato durante la rivolta del cosiddetto Crudele giovedì grasso (1511).

  • In questo piccolo epistolario, Gaetano Donizetti svela il proprio lato più intimo. Le lettere, scritte dopo la morte dell'adoratissima moglie, mostrano quegli aspetti del compositore che difficilmente avrebbero potuto trasparire dalle sue opere: i suoi passatempi, le sue amicizie, i suoi gusti, ma anche e soprattutto l'instancabile energia che mosse - in anni certo difficili - la sua vita e la sua carriera. Alla corrispondenza di Donizetti è premessa l'introduzione di Eugenio Checchi, interessante figura di giornalista-musicologo e patriota; le note alle lettere si avvalgono invece degli eruditi contributi di Filippo Marchetti e Alessandro Parisotti.
  • Il suono della memoria è il filo conduttore di questo libro, che racconta l’esperienza della musica contemporanea nelle sue interazioni con la dimensione del tempo storico, tra utopia del passato e nostalgia del futuro. La scena immaginaria dell’ascolto e la risonanza del mito nel teatro musicale sono al centro di una narrazione che ci conduce nel laboratorio creativo di quattro compositori italiani di generazioni diverse – Goffredo Petrassi, Luciano Berio, Bruno Maderna e Salvatore Sciarrino – per mettere a fuoco i tratti di un genere musicale che ha svolto un ruolo decisivo nella cultura della seconda metà del Novecento. Un viaggio tra etica ed estetica, scrittura e suono, artigianato e stile, per scoprire che il suono della memoria potrebbe essere proprio quello di cui abbiamo bisogno, e che desideriamo di più.
  • Quanti racconti di vita, e quante trattazioni d’opera ha avuto Verdi nel tempo. A volte unitamente, a volte separatamente. A volte bene, a volte benissimo: e potrebbe bastare. Ma fra l’agile monografia che divulga e l’acuta musicologia che ricerca, questo grosso libro spera d’aver trovato una terza via mettendo sott’occhio, articolando e scavando un po’ tutto assieme: i libretti con le loro fonti e forme, gli spartiti con le loro arie e romanze, i personaggi con le loro voci e interpretazioni, i libri con i loro tagli e linguaggi. E poi molte curiosità: cosa saranno la cornice dei Lombardi, il bivio di Macbeth, la giostra del Ballo? perché i massimi cantanti verdiani compongono un Parnaso e un Lavaredo? come si espressero su Verdi Carducci, Panzacchi, Pascoli, Torchi, Bacchelli?
  • Ogni domenica mattina in piazza di Pasquino a Roma, nei pressi di piazza Navona, si può udire un sound coinvolgente caratterizzato da andamenti ritmici provenienti dal cuore dell’Africa. Si tratta del coro Bondeko che anima il rito cattolico zairese nella chiesa della Natività di Gesù; esengo è la parola che in lingua lingala significa "gioia". Il volume è il risultato di una ricerca etnomusicologica condotta nella comunità congolese dal 2013, primo di una serie di monografie dedicate ad altri luoghi di culto frequentati da immigrati nella città di Roma. Esengo, realizzato in forma dialogica, si apre con un’introduzione storica del cristianesimo in Congo per poi focalizzarsi sulla storia della preziosa realtà congolese della chiesa della Natività. Seguono analisi e trascrizioni musicali di alcuni brani significativi del repertorio liturgico e un focus sulle pratiche musicali della Settimana Santa. Chiude il volume una sezione dedicata alle storie dei protagonisti del coro Bondeko. Il lavoro è corredato da un apparato multimediale che comprende fotografie e filmati documentati sul campo.
  • Il presente volume raccoglie le riflessioni emerse durante il Convegno Storico Internazionale «Paolo Rolli e la musica» che si è svolto a Todi il 20 novembre 2015 in occasione del 250° anniversario della morte del poeta. I saggi cercano di dare ulteriore luce a un intellettuale che, in modo non dissimile a ciò che farà pochi anni dopo Metastasio, ha dedicato gran parte della sua vita a promuovere la cultura italiana in Europa, anche – se non soprattutto – attraverso la scrittura di libretti d’opera, cantate e canzonette che sono stati intonati, a partire dai coevi Georg Friedrich Händel, Giovanni Bononcini e Nicola Porpora, da tre generazioni di compositori.
  • Per la prima volta in questo libro vengono raccolti gli scritti e pubblicate le conferenze di uno dei più importanti e prolifici compositori cinematografici italiani, che non ha tuttavia richiamato l’attenzione degli studiosi quanto i contemporanei Rota e Morricone. In questi testi, accompagnati da una selezione di interviste, Angelo Francesco Lavagnino spiega – al pubblico o a interlocutori come Giulietta Masina e Marco Giusti, in modo preciso e professionale, ma anche con tono ironico e scanzonato – in cosa consista il difficile mestiere del musicista cinematografico, una professione che lui stesso contribuì a ridefinire integralmente attraverso una pratica a tutto campo e una meditata riflessione sul rapporto fra suono, musica e immagine.
  • Etnografie Sonore / Sound Ethnographies è un semestrale peer reviewed, multimodale, pubblicato on-line e a stampa, con contributi in italiano e in inglese. Nasce dall’esperienza di ricerca dell’etnomusicologia italiana e si propone come terreno di incontro in ambito internazionale per tutte le prospettive di indagine che affrontano la complessità e la trasformazione delle pratiche musicali. Incoraggia uno sguardo etnografico, volto alla documentazione e all’analisi dei comportamenti sonori, coreutici, sociali a livello individuale e di gruppo.
  • Il presente volume è la restituzione multimodale del progetto di etnomusicologia applicata Roma a tempo di musica realizzato nella Scuola Secondaria di I grado “R. Bonghi” di Roma nell’a.s. 2022/2023. Attraverso lo studio e la pratica laboratoriale sia di repertori di tradizione orale che di musica d’arte del primo Novecento, si è voluto porre l’accento sulla bellezza e la pluralità della vita culturale di Roma, dove vivono e si influenzano persone provenienti da diverse parti del nostro pianeta. Grazie anche all’intervento in classe delle music makers protagoniste dei recenti flussi migratori, nel progetto Roma a tempo di musica si è lavorato sulla costruzione identitaria individuale e collettiva degli alunni, in una prospettiva fluida e transculturale.
  • Dies irae connette in un percorso che si dispiega nel tempo, dal Cinquecento all’Ottocento, evidenze antropologiche, riflessione filosofica, dati statistici ed esperienze artistiche, per dare un senso alla storia del requiem, immagine riflessa degli uomini rinviataci dalla storia della morte. Per individuare nessi coi percorsi della coscienza collettiva sulla morte, in Dies irae la storia del requiem è stata interrogata da una prospettiva musicale, volta a osservare, da diverse angolazioni (storia della mentalità, ricerca documentaria d’archivio, analisi musicale), momenti e opere. Due i principali percorsi d’indagine: le origini della messa per i defunti e il rapporto tra musica e testo liturgico; il cammino di secolarizzazione del requiem letto attraverso la lente di messe composte negli anni della Rivoluzione francese e della Restaurazione.
  • Perché scegliere la Bibbia per il libretto di un’opera? Che cosa hanno in comune il Nabucco di Verdi e il Mosè di Rossini? Franco Piperno ci aiuta a rispondere queste domande con il suo primo libro pubblicato per NeoClassica. A partire dalla metà degli anni ’80 del 1700 a Napoli e in altre piazze teatrali italiane venne aggiunta al calendario operistico una stagione in tempo di quaresima caratterizzata da opere su soggetto veterotestamentario. Da questo momento prende avvio e si consolida una tradizione di sacrodrammi biblici che giungerà fino al Nabucodonosor di Giuseppe Verdi e Temistocle Solera (1842), di fatto e di diritto appartenente alla predetta tradizione.

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