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    In questo numero di Etnografie Sonore / In this number: Vincenzo Della Ratta - Preliminary Observations Concerning Music for the Kwangkay Secondary Mortuary Ritual of the Dayak Benuaq (East Kalimantan, Indonesian Borneo) Gianira Ferrara - Suoni e memorie d’Angola nel Portogallo postcoloniale Eloisa Zoia - Le saetas dialogadas: tre esempi di dialogia musicale Giovanni Ragni -Il chjam’è rispondi in Corsica: una pratica di canto improvvisato fra tradizione e spettacolarizzazione Nico StaitiOne Ceremony, Two Perspectives: Wedding and Music of a Diasporic Roma Community

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    In questo numero di Etnografie Sonore / In this number:
    • Nishadi Meddegoda - The “World” in Some Popular Sinhala Reggae, Hip Hop, and Pop Songs
    • Samuel Horlor - Chinese Street Pop and Performing with the Urban Environment
    • Giovanni Vacca - Città su disco: Napoli, Roma, Milano
    • Luca Recupero - On the Jew’s Harp in Sicily: A First Contribution
    • Ilario Meandri - Un tentativo di falsificazione (non riuscito) della teoria della quintina proposta da Giuliano d’Angiolini

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    In questo numero di Etnografie Sonore / In this number:
    • Gerhard Kubik - Musical Bows and the Spirit of Human Discovery
    • Alessandro Cosentino - «Less Is More, My Friend!». Sibongile Kgaila and Solly Sebotso: Four-String Guitar Song Composers from Botswana
    • Giulia Ferdeghini e Ilario Meandri - Analisi formulaica e caratterizzazione oicotipica in etnomusicologia: il caso delle epiche curde Mem û Zîn e Kelaê Dimdim
    • Grazia Magazzù - Competenze femminili nel canto a più voci di ambiente contadino della Sicilia orientale
    • Matías Isolabella and Raquel Jiménez Pasalodos - From Mud to Music: The Production and Uses of Clay Drums in Morocco

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    In questo numero di Etnografie Sonore / In this number:
    • Nicola Renzi - The Sami Drum from Oracular Rituality to Musical Performance
    • Ferhat Arslan - The Politicization of Tradition: The New Visibility of Zikir in Soldier Send-Off Ceremonies in Turkey
    • Marco Romano Coppola - Lo zikr della confraternita sufi del villaggio rom del Poderaccio (Firenze)
    • Francesco Serratore - Vite transnazionali e musiche locali. La comunità cinese di Milano e il teatro delle marionette di Wencheng
    • Vanna Viola Crupi -Relazione fra parlato e cantato nei repertori di emisyô ed esyongano dei bakonzo (Uganda)
    • Daniele Zappatore - Calung Banyumasan: Shaping Bamboo, Sounding Identities

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    In questo numero di Etnografie Sonore / In this number:
    • Nina Baratti - Between Genre and Generations: Analyzing Angolan Popular Music
    • Razia Sultanova - On the Ruins of Empire: The Music of Central Asian Migrants in Russian Metropolises
    • Christian Ferlaino - Using Ethnographic Data and Psychoacoustics to Analyse a Tuning System for Surdulina Bagpipes
    • Ilaria Meloni and Silvia Spinelli - Sounding like a Sindhen. First Results of an Ethno-Phoniatric Investigation on the Javanese Female Voices

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    In questo numero di Etnografie Sonore / In this number:
    • Sergio Bonanzinga - Forgiare la musica. Da Tubal-Kain ai mastri ferrai siciliani
    • Alessandro Cosentino - “Resettled” Musical Practices of the Nharo from D’kar (Botswana)
    • Michele Segretario - Aurality and the Tactics of Resistance in Spanish America (1539-1675)
    • Maria Semi - Delgamuukw v. the Queen. Cronache di un ascolto giudiziario

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    In questo numero di Etnografie Sonore / In this number:
    • Francesca Billeri - Amusing the Spirits through the Music: Coul Ruup Rituals in Cambodia
    • Delia Dattilo - Voci italiane dalla West Coast: le audioregistrazioni di Sidney Robertson Cowell (California 1939)
    • Roberto Milleddu - La musica sarda di tradizione orale alla radio: un primo inquadramento (1920-1980)
    • Lorenzo Chiarofonte - The Dance of the Drunkard Prince. A Celebration for the Spirits in Central Burma (Myanmar)

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    In questo numero di Etnografie Sonore / In this number:
    • Francesca Billeri - Amusing the Spirits through the Music: Coul Ruup Rituals in Cambodia
    • Delia Dattilo - Voci italiane dalla West Coast: le audioregistrazioni di Sidney Robertson Cowell (California 1939)
    • Roberto Milleddu - La musica sarda di tradizione orale alla radio: un primo inquadramento (1920-1980)
    • Lorenzo Chiarofonte - The Dance of the Drunkard Prince. A Celebration for the Spirits in Central Burma (Myanmar)

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    In questo numero di Etnografie Sonore / In this number:
    • Nico Staiti - Le zampogne raffigurate sul soffitto ligneo della Cattedrale di Nicosia (Sicilia, XV sec.)
    • Luisa Hoffmann - La ricerca etnomusicologica di Giuseppe Ganduscio in Sicilia (1962-1963)
    • Vincenzo Della Ratta - From Bamboo to Metal: The Relationship between Bamboo Instruments and Gong Ensembles in the Central Highlands of Vietnam
    • Silvia Bruni - «Oh my Lord ʿAbd al-Qādir»: Text and context in jīlāla ritual songs in Morocco
  • Da uno dei padri fondatori dell’Italia come nazione, un veloce e agile compendio su filosofia, politica risorgimentale e musica, centrato sulle idee e i gusti artistici mazziniani e ambientato nel panorama melodrammatico della prima metà dell’Ottocento, governato dalla maestosa figura di Gioacchino Rossini.
  • La figura di Francesco Cilea, al giorno d'oggi, viene ricordata esclusivamente per il suo capolavoro: il melodramma Adriana Lecouvreur. Pochi sanno però che la sua carriera fu costellata di grandi e piccole opere, di un incessabile processo di raffinazione, e soprattutto di un'instancabile lavoro didattico e organizzativo.

  • Franco Faccio, compositore e direttore d’orchestra, fu uno dei grandi protagonisti della vita musicale milanese della fine del XIX secolo. Attraverso questa biografia De Rensis ripercorre la parentesi artistica di questo interessante musicista – la stesura delle sue opere, in primis l’Amleto, la sua attività didattica e quella di direttore d’orchestra – mettendola inevitabilmente in continua relazione con l’ambiente musicale e intellettuale circostante. In tal modo emergono di prepotenza le figure di Giuseppe Verdi e Arrigo Boito, il circolo scapigliato, il salotto Maffei, Giulio Ricordi e tutti i più o meno noti artisti dell’epoca. De Rensis offre così una panoramica completa di uno dei periodi più intensi della storia musicale italiana.

     
  • Galoba è il termine con cui in georgiano si definisce il canto liturgico. Questa forma espressiva, adatta alla preghiera, è caratterizzata dalla polifonia vocale a tre parti che ha accompagnato la lunga storia del Cristianesimo nel paese caucasico. Anche nelle situazioni di diaspora, come quella descritta in questo volume, il repertorio del canto liturgico polifonico è percepito ed eseguito come segno di una possibile memoria collettiva nazionale, ricostruita e coltivata meticolosamente nei decenni successivi la nascita della Repubblica indipendente. Portavoce di questo patrimonio culturale, denso di significati estetici e sociali, sono le coriste che, ogni domenica, nella chiesa ortodossa georgiana del quartiere Monti di Roma, accompagnano la Divina Liturgia con il canto (galoba) . Dall’analisi delle attività di queste donne, e anche dai loro racconti, emerge pienamente la rilevanza del loro ruolo di interpreti del canto di chiesa nella mediazione tra il paese d’origine e la coraggiosa costruzione di nuovi percorsi di vita, altrove.
  • Quanti racconti di vita, e quante trattazioni d’opera ha avuto Verdi nel tempo. A volte unitamente, a volte separatamente. A volte bene, a volte benissimo: e potrebbe bastare. Ma fra l’agile monografia che divulga e l’acuta musicologia che ricerca, questo grosso libro spera d’aver trovato una terza via mettendo sott’occhio, articolando e scavando un po’ tutto assieme: i libretti con le loro fonti e forme, gli spartiti con le loro arie e romanze, i personaggi con le loro voci e interpretazioni, i libri con i loro tagli e linguaggi. E poi molte curiosità: cosa saranno la cornice dei Lombardi, il bivio di Macbeth, la giostra del Ballo? perché i massimi cantanti verdiani compongono un Parnaso e un Lavaredo? come si espressero su Verdi Carducci, Panzacchi, Pascoli, Torchi, Bacchelli?
  • Per la prima volta in questo libro vengono raccolti gli scritti e pubblicate le conferenze di uno dei più importanti e prolifici compositori cinematografici italiani, che non ha tuttavia richiamato l’attenzione degli studiosi quanto i contemporanei Rota e Morricone. In questi testi, accompagnati da una selezione di interviste, Angelo Francesco Lavagnino spiega – al pubblico o a interlocutori come Giulietta Masina e Marco Giusti, in modo preciso e professionale, ma anche con tono ironico e scanzonato – in cosa consista il difficile mestiere del musicista cinematografico, una professione che lui stesso contribuì a ridefinire integralmente attraverso una pratica a tutto campo e una meditata riflessione sul rapporto fra suono, musica e immagine.
  • Il saggio ripercorre l’arco temporale che va dalla nascita del flauto traversiere presso la corte di Luigi XIV in Francia alle prime decadi dell’Ottocento, ricostruendo per la prima volta le modalità di diffusione dello strumento in Europa e i vari aspetti organologici e poetici che di volta in volta il flauto ha assunto nei diversi paesi quali Inghilterra, Germania e Italia, osservati nel loro peculiare contesto musicale. In un viaggio tra sacro e profano, al centro della ricerca sono la poetica degli affetti, di cui il traversiere è particolare portavoce, e il rapido mutamento estetico-acustico che lo strumento ha subìto nel corso del XVIII secolo.

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