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Il suono della memoria è il filo conduttore di questo libro, che racconta l’esperienza della musica contemporanea nelle sue interazioni con la dimensione del tempo storico, tra utopia del passato e nostalgia del futuro. La scena immaginaria dell’ascolto e la risonanza del mito nel teatro musicale sono al centro di una narrazione che ci conduce nel laboratorio creativo di quattro compositori italiani di generazioni diverse – Goffredo Petrassi, Luciano Berio, Bruno Maderna e Salvatore Sciarrino – per mettere a fuoco i tratti di un genere musicale che ha svolto un ruolo decisivo nella cultura della seconda metà del Novecento. Un viaggio tra etica ed estetica, scrittura e suono, artigianato e stile, per scoprire che il suono della memoria potrebbe essere proprio quello di cui abbiamo bisogno, e che desideriamo di più.
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Itinerari della canzone tra i media esplora il ruolo della canzone popolare nella storia sociale, culturale e artistica delle società contemporanee attraverso gli immaginari, le narrazioni e le trasmissioni. Itinerari della canzone tra i media esplora il ruolo della canzone popolare nella storia sociale, culturale e artistica delle società contemporanee attraverso gli immaginari, le narrazioni e le trasmissioni. Ogni saggio è incentrato sull’analisi di un singolo brano e dei passaggi che compie attraverso i media e le opere in cui è inscritto. La canzone diventa quindi un oggetto (inter/trans)mediale che ci permette di approfondire diverse questioni tra cui: il ruolo della canzone nel panorama mediale; come si articola la narrazione di un brano; le relazioni che si stabiliscono tra media e pubblico tramite la canzone; le questioni di genere e di rappresentazione.
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Il volume concerne i drammi per musica di Alessandro Scarlatti dal Flavio Cuniberto, allestito a Pratolino nel 1702, alla Griselda, apparsa a Roma nel 1721. Vengono prese in considerazione le “prime” intonazioni la cui responsabilità sia attribuibile per intero al musicista palermitano, più le tarde rielaborazioni d’autore per Roma di due dei lavori scritti originalmente per Pratolino: Turno Aricino (1720) e Arminio (1722). La materia è suddivisa in due parti: la prima contiene sia un esame dei soggetti, dei nuclei drammatici e degli eventuali accomodi (in caso di libretti di lungo corso) dei drammi per musica di Scarlatti, sia un quadro delle caratteristiche stilistiche e formali della musica in ottica generale e sistematica; la seconda parte descrive più in dettaglio, e in prospettiva cronologica, le intonazioni di cui sussistano fonti, in specie riguardo ai rapporti e alle alternative possibili fra musica, parole e gesto negli snodi melo-drammatici di maggior rilievo.
SOMMARIO
PREMESSA ELENCO DEGLI ESEMPI MUSICALI ASPETTI STORICI, ESTETICI E FORMALI Luoghi, occasioni, drammi Scene comiche Forme e mezzi compositivi LE OPERE Il Flavio Cuniberto Arminio Turno Aricino Il Mitridate Eupatore Il trionfo della libertà L’amor volubile e tiranno La principessa fedele La fede riconosciuta Il Ciro Scipione nelle Spagne L’amor generoso Tigrane Carlo re d’Alemagna Telemaco Cambise Marco Attilio Regolo Griselda ESEMPI MUSICALI BIBLIOGRAFIA INDICE DEI NOMI -
Galoba è il termine con cui in georgiano si definisce il canto liturgico. Questa forma espressiva, adatta alla preghiera, è caratterizzata dalla polifonia vocale a tre parti che ha accompagnato la lunga storia del Cristianesimo nel paese caucasico. Anche nelle situazioni di diaspora, come quella descritta in questo volume, il repertorio del canto liturgico polifonico è percepito ed eseguito come segno di una possibile memoria collettiva nazionale, ricostruita e coltivata meticolosamente nei decenni successivi la nascita della Repubblica indipendente. Portavoce di questo patrimonio culturale, denso di significati estetici e sociali, sono le coriste che, ogni domenica, nella chiesa ortodossa georgiana del quartiere Monti di Roma, accompagnano la Divina Liturgia con il canto (galoba) . Dall’analisi delle attività di queste donne, e anche dai loro racconti, emerge pienamente la rilevanza del loro ruolo di interpreti del canto di chiesa nella mediazione tra il paese d’origine e la coraggiosa costruzione di nuovi percorsi di vita, altrove.
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Il volume è uno studio etnomusicologico secondo l’approccio “bi-musicale” sulla tradizione di canto femminile denominata sindhen. Fiorita nelle corti di Yogyakarta e Surakarta (Giava centrale, Indonesia) tra i secoli XVIII e XIX, in un periodo di restaurazione dei costumi, la prassi sindhen si è diffusa enormemente fino a divenire una delle tradizioni vocali più rappresentative della cultura indonesiana. I requisiti fondamentali della sindhen indicati come rupa (“aspetto”), guna (“conoscenza”) e swara (“voce”) sono quelli che ancora guidano le cantanti odierne che aspirino ad esibirsi nei contesti più tradizionali nonostante la forte apertura alle innovazioni del secolo corrente che determinano nuove trasformazioni nella prassi canora e nella concezione dell’artista femminile nella società. La presentazione del volume è di Giovanni Giuriati.
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In questo numero di Etnografie Sonore / In this number:- Francesca Billeri - Amusing the Spirits through the Music: Coul Ruup Rituals in Cambodia
- Delia Dattilo - Voci italiane dalla West Coast: le audioregistrazioni di Sidney Robertson Cowell (California 1939)
- Roberto Milleddu - La musica sarda di tradizione orale alla radio: un primo inquadramento (1920-1980)
- Lorenzo Chiarofonte - The Dance of the Drunkard Prince. A Celebration for the Spirits in Central Burma (Myanmar)
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In questo numero di Etnografie Sonore / In this number:- Francesca Billeri - Amusing the Spirits through the Music: Coul Ruup Rituals in Cambodia
- Delia Dattilo - Voci italiane dalla West Coast: le audioregistrazioni di Sidney Robertson Cowell (California 1939)
- Roberto Milleddu - La musica sarda di tradizione orale alla radio: un primo inquadramento (1920-1980)
- Lorenzo Chiarofonte - The Dance of the Drunkard Prince. A Celebration for the Spirits in Central Burma (Myanmar)
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In questo numero di Etnografie Sonore / In this number:- Sergio Bonanzinga - Forgiare la musica. Da Tubal-Kain ai mastri ferrai siciliani
- Alessandro Cosentino - “Resettled” Musical Practices of the Nharo from D’kar (Botswana)
- Michele Segretario - Aurality and the Tactics of Resistance in Spanish America (1539-1675)
- Maria Semi - Delgamuukw v. the Queen. Cronache di un ascolto giudiziario
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Per la prima volta in questo libro vengono raccolti gli scritti e pubblicate le conferenze di uno dei più importanti e prolifici compositori cinematografici italiani, che non ha tuttavia richiamato l’attenzione degli studiosi quanto i contemporanei Rota e Morricone. In questi testi, accompagnati da una selezione di interviste, Angelo Francesco Lavagnino spiega – al pubblico o a interlocutori come Giulietta Masina e Marco Giusti, in modo preciso e professionale, ma anche con tono ironico e scanzonato – in cosa consista il difficile mestiere del musicista cinematografico, una professione che lui stesso contribuì a ridefinire integralmente attraverso una pratica a tutto campo e una meditata riflessione sul rapporto fra suono, musica e immagine.
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Dies irae connette in un percorso che si dispiega nel tempo, dal Cinquecento all’Ottocento, evidenze antropologiche, riflessione filosofica, dati statistici ed esperienze artistiche, per dare un senso alla storia del requiem, immagine riflessa degli uomini rinviataci dalla storia della morte. Per individuare nessi coi percorsi della coscienza collettiva sulla morte, in Dies irae la storia del requiem è stata interrogata da una prospettiva musicale, volta a osservare, da diverse angolazioni (storia della mentalità, ricerca documentaria d’archivio, analisi musicale), momenti e opere. Due i principali percorsi d’indagine: le origini della messa per i defunti e il rapporto tra musica e testo liturgico; il cammino di secolarizzazione del requiem letto attraverso la lente di messe composte negli anni della Rivoluzione francese e della Restaurazione.
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Carlo Gesualdo conservatore o innovatore? Manierista o nunzio dell’incipiente barocco? Genio anticipatore o artista spurio e decadente della polifonia cinquecentesca al tramonto? Quale il rapporto fra la produzione musicale - dal madrigale al mottetto alle canzoni -, la grande storia e la vita di un artista che ha segnato una svolta nella musica europea? Sono tutte domande alle quali la sola storia della musica non poteva e non può rispondere. Lo storico Cogliano raccoglie una cospicua quantità di materiali inediti per ricostruire la vita del “Principe dei musici” inserendola nell’epoca, nella cultura e nei suoni ai quali appartenne.
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Quanti racconti di vita, e quante trattazioni d’opera ha avuto Verdi nel tempo. A volte unitamente, a volte separatamente. A volte bene, a volte benissimo: e potrebbe bastare. Ma fra l’agile monografia che divulga e l’acuta musicologia che ricerca, questo grosso libro spera d’aver trovato una terza via mettendo sott’occhio, articolando e scavando un po’ tutto assieme: i libretti con le loro fonti e forme, gli spartiti con le loro arie e romanze, i personaggi con le loro voci e interpretazioni, i libri con i loro tagli e linguaggi. E poi molte curiosità: cosa saranno la cornice dei Lombardi, il bivio di Macbeth, la giostra del Ballo? perché i massimi cantanti verdiani compongono un Parnaso e un Lavaredo? come si espressero su Verdi Carducci, Panzacchi, Pascoli, Torchi, Bacchelli?
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Esaurito
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In questo numero di Etnografie Sonore / In this number:- Nina Baratti - Between Genre and Generations: Analyzing Angolan Popular Music
- Razia Sultanova - On the Ruins of Empire: The Music of Central Asian Migrants in Russian Metropolises
- Christian Ferlaino - Using Ethnographic Data and Psychoacoustics to Analyse a Tuning System for Surdulina Bagpipes
- Ilaria Meloni and Silvia Spinelli - Sounding like a Sindhen. First Results of an Ethno-Phoniatric Investigation on the Javanese Female Voices
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La figura del Bertoldo “l’arguto contadino”, è quella di un eroe popolare nato nel Seicento per mano di Giulio Cesare Croce e che nel Settecento ha destato l’interesse di librettisti come Goldoni e Da Ponte. Bertoldo è il semplice, il saggio, l’astuto e il sincero popolano della campagna emiliana, l’eroe che dialoga alla pari con il Re e ridicolizza la cultura del palazzo. Il contadino dalle scarpe grosse e il cervello fino, emblema di quel mondo alla roversa figlio delle libertà del carnevale. Luigi Ferrari Trecate il “musicista delle fiabe” con l’opera giocosa in tre atti Le astuzie di Bertoldo rilancia l’interesse verso questo eroe alla roversa, negli anni in cui l’umanità si confrontava con il proprio doppio: da una parte l’uomo spendeva le sue migliori energie nelle grandi scoperte e nelle invenzioni, dall’altra presentava l’aspetto peggiore della sua anima nel dramma delle due guerre mondiali. Un’opera che ha riscosso successo nei principali teatri italiani per finire poi nell’oblio della storia. Cosa ci sanno raccontare ancora Le astuzie di Bertoldo e la musica di Ferrari Trecate?
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In questo volume indirizzato a musicisti e interpreti, il violoncellista Cosimo Carovani riflette sul mondo al quale appartiene.
Nelle discussioni intorno alla musica, salta fuori spesso lo scettico di turno con la frase «parlare di musica è come ballare di architettura» (una citazione attribuita, erroneamente, a Frank Zappa): un po’, in fondo, lo pensiamo tutti, ma dall’antichità fino a oggi non si è mai smesso di parlarne. Non si tratta di mettere in discussione l’ineffabilità dell’arte dei suoni; ma, al contrario, di prendere atto che da quel potere impalpabile può scaturire una costellazione di pensieri e di parole. Rameau, Schumann, Berlioz o Wagner sono solo alcuni dei molti musicisti che hanno dedicato pagine e pagine – teoriche, critiche o filosofiche – alla loro arte, come in un continuo lavoro maieutico su sé stessi e sulla musica. Parlare di musica è importante – altroché se lo è! Cosimo Carovani parla in queste pagine di un potere della musica di operare trasformazioni interiori: perché dovremmo autocensurarci ed evitare di dare espressione verbale a qualcosa che, pur apparentemente inesprimibile, è in grado di cambiare la nostra vita? (dall’introduzione di Luca Ciammarughi)
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Esaurito
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In questo numero di Etnografie Sonore / In this number:- Nicola Renzi - The Sami Drum from Oracular Rituality to Musical Performance
- Ferhat Arslan - The Politicization of Tradition: The New Visibility of Zikir in Soldier Send-Off Ceremonies in Turkey
- Marco Romano Coppola - Lo zikr della confraternita sufi del villaggio rom del Poderaccio (Firenze)
- Francesco Serratore - Vite transnazionali e musiche locali. La comunità cinese di Milano e il teatro delle marionette di Wencheng
- Vanna Viola Crupi -Relazione fra parlato e cantato nei repertori di emisyô ed esyongano dei bakonzo (Uganda)
- Daniele Zappatore - Calung Banyumasan: Shaping Bamboo, Sounding Identities