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  • In nuova edizione, riveduta e aggiornata (con l'aggiunta di un nuovo capitolo e di una piccola appendice), riappare Kreisleriana di Robert Schumann di Antonio Rostagno. I Kreisleriana di Robert Schumann, una delle opere più singolari nel repertorio del compositore tedesco, sono una suite di otto fantasie per pianoforte. Questa suite deve il suo nome al direttore d'orchestra Johannes Kreisler, personaggio nato dalla fantasia di E.T.A. Hoffmann.
  • Orpheus di Ottorino Respighi e Sebastiano A. Luciani, originariamente pensato come manuale scolastico per la riforma della scuola voluta dal filosofo Giovanni Gentile, è molto di più di un compendio di nozioni musicali. L’approccio utilizzato nella seconda parte del volume, dedicata alla storia della musica, è meritevole di attenzione. Gli autori, infatti, rifiutano le correnti estetiche crociane secondo le quali l’arte può svilupparsi indipendentemente dalla forma. Il libro è curato da Norberto Cordisco Respighi; a lui si devono la dettagliata introduzione e le note di complemento al testo.
  • Come tutto il grande teatro, l’opera in musica mette in scena relazioni conflittuali, di natura affettiva, erotica, sociale e politica, tra individui appartenenti a famiglie, ceti, fazioni, nazionalità a loro volta in conflitto tra di loro. La sezione più ampia di questo libro, nella quale Fabrizio Della Seta raccoglie, aggiornati, saggi apparsi in riviste e volumi miscellanei, studia i modi in cui, nell’opera tra Sette e Ottocento, l’azione convergente di parola musica e gesto dà vita scenica all’emergere e all’evolversi di tali rapporti, a confronti che a volte portano alla soluzione del conflitto, più spesso falliscono per la difficoltà di stabilire una comunicazione perturbata da vincoli, pregiudizi, incomprensioni, reticenze. Tra gli autori affrontati da Della Seta, con strumenti liberamente ripresi dalla teoria letteraria, dalla linguistica, dalla psicoanalisi e dall’antropologia culturale, vi sono Mozart, Rossini, Donizetti, Verdi e Wagner. E, dato che i modi della comunicazione interpersonale cambiano nel tempo riflettendo l’evoluzione di mentalità e ideologie, la vicenda delineata interessa non solo gli studi operistici ma anche quelli di storia culturale, politica e sociale.
  • Viviamo immersi in un universo sonoro nel quale la voce viva, ascoltata nello stesso luogo e momento della sua emissione, è intrecciata ad altre voci mediate da apparati tecnologici. Apparentemente indistinguibili, queste voci richiedono di riflettere sulla mediazione operata dagli strumenti che le producono e diffondono. A partire dalla contemporaneità dobbiamo interrogarci sulla relazione tra il corpo e la voce, tra il potere di chi la possiede e quello di chi la media, tra la voce umana e quella trasformata e generata da sistemi artificiali, dal live electronics alle reti neurali. La mediazione tecnologica della voce spazia dalla voce fonografica, che rappresenta l’oggetto di ascolto più diffuso nel mondo globalizzato, alle forme di sperimentazione vocale e tecnologica, che offrono un osservatorio straordinario sulle trasformazioni in atto nel corpo virtuale della voce.
  • Itinerari della canzone tra i media esplora il ruolo della canzone popolare nella storia sociale, culturale e artistica delle società contemporanee attraverso gli immaginari, le narrazioni e le trasmissioni. Itinerari della canzone tra i media esplora il ruolo della canzone popolare nella storia sociale, culturale e artistica delle società contemporanee attraverso gli immaginari, le narrazioni e le trasmissioni. Ogni saggio è incentrato sull’analisi di un singolo brano e dei passaggi che compie attraverso i media e le opere in cui è inscritto. La canzone diventa quindi un oggetto (inter/trans)mediale che ci permette di approfondire diverse questioni tra cui: il ruolo della canzone nel panorama mediale; come si articola la narrazione di un brano; le relazioni che si stabiliscono tra media e pubblico tramite la canzone; le questioni di genere e di rappresentazione.
  • Galoba è il termine con cui in georgiano si definisce il canto liturgico. Questa forma espressiva, adatta alla preghiera, è caratterizzata dalla polifonia vocale a tre parti che ha accompagnato la lunga storia del Cristianesimo nel paese caucasico. Anche nelle situazioni di diaspora, come quella descritta in questo volume, il repertorio del canto liturgico polifonico è percepito ed eseguito come segno di una possibile memoria collettiva nazionale, ricostruita e coltivata meticolosamente nei decenni successivi la nascita della Repubblica indipendente. Portavoce di questo patrimonio culturale, denso di significati estetici e sociali, sono le coriste che, ogni domenica, nella chiesa ortodossa georgiana del quartiere Monti di Roma, accompagnano la Divina Liturgia con il canto (galoba) . Dall’analisi delle attività di queste donne, e anche dai loro racconti, emerge pienamente la rilevanza del loro ruolo di interpreti del canto di chiesa nella mediazione tra il paese d’origine e la coraggiosa costruzione di nuovi percorsi di vita, altrove.
  • Il volume è uno studio etnomusicologico secondo l’approccio “bi-musicale” sulla tradizione di canto femminile denominata sindhen. Fiorita nelle corti di Yogyakarta e Surakarta (Giava centrale, Indonesia) tra i secoli XVIII e XIX, in un periodo di restaurazione dei costumi, la prassi sindhen si è diffusa enormemente fino a divenire una delle tradizioni vocali più rappresentative della cultura indonesiana. I requisiti fondamentali della sindhen indicati come rupa (“aspetto”), guna (“conoscenza”) e swara (“voce”) sono quelli che ancora guidano le cantanti odierne che aspirino ad esibirsi nei contesti più tradizionali nonostante la forte apertura alle innovazioni del secolo corrente che determinano nuove trasformazioni nella prassi canora e nella concezione dell’artista femminile nella società. La presentazione del volume è di Giovanni Giuriati.
  • La figura del Bertoldo “l’arguto contadino”, è quella di un eroe popolare nato nel Seicento per mano di Giulio Cesare Croce e che nel Settecento ha destato l’interesse di librettisti come Goldoni e Da Ponte. Bertoldo è il semplice, il saggio, l’astuto e il sincero popolano della campagna emiliana, l’eroe che dialoga alla pari con il Re e ridicolizza la cultura del palazzo. Il contadino dalle scarpe grosse e il cervello fino, emblema di quel mondo alla roversa figlio delle libertà del carnevale. Luigi Ferrari Trecate il “musicista delle fiabe” con l’opera giocosa in tre atti Le astuzie di Bertoldo rilancia l’interesse verso questo eroe alla roversa, negli anni in cui l’umanità si confrontava con il proprio doppio: da una parte l’uomo spendeva le sue migliori energie nelle grandi scoperte e nelle invenzioni, dall’altra presentava l’aspetto peggiore della sua anima nel dramma delle due guerre mondiali. Un’opera che ha riscosso successo nei principali teatri italiani per finire poi nell’oblio della storia. Cosa ci sanno raccontare ancora Le astuzie di Bertoldo e la musica di Ferrari Trecate?
  • Quattordici capitoli per esplorare la musica e il pensiero di Goffredo Petrassi, uno dei maggiori compositori italiani del Novecento, e con essi la musica occidentale del secolo scorso. Da Darmstadt al Coro di morti, dal cinema alla didattica, dal rapporto con le arti figurative ai Concerti per orchestra, Luca Lombardi conduce e insieme discute le idee di Goffredo Petrassi, un musicista che ha segnato la cultura (non solo musicale) della sua epoca. La postfazione di Antonio Rostagno, docente di Musicologia all’Università di Roma “Sapienza”, approfondisce e aggiorna le riflessioni scaturite da questi colloqui.
  • Amore nell'arte, volume di Tarchetti edito originariamente nel 1869, raccoglie tre racconti "musicali", che vedono come protagonisti tre complesse figure maschili completamente volte alla totale sublimazione delle proprie vite nell'arte. Lorenzo Alviati, Riccardo Waitzen e il deforme Bouvard sono tre anime tormentate, completamente avviluppate nella profonda ed egoistica soddisfazione artistica e musicale.
  • Nella divertente Autobiografia di un ex-cantante la penna di Ghislanzoni ci conduce nella Milano di inizio Ottocento, mostrandoci ironicamente quale fosse all'epoca la gavetta obbligata di ogni musicista in erba. Una sottile e spiritosa satira di costume emerge tra i tanti personaggi verisimili delineati dall'autore in questi dieci scritti "musicali" selezionati da NeoClassica.

  • Assistere ad una Divina Liturgia è come entrare in un edificio sonoro sorretto dagli inni e dai salmi che il coro esegue alternandosi all’officiante e ai fedeli. Anche nell’ambito migratorio preso in esame in questo volume, nonostante la mutevolezza delle formazioni corali e la discrepanza architettonica degli spazi sacri in cui vengono riproposte le Divine Liturgie ortodosse, i canti continuano ad essere il tramite tra il mondo terreno e il divino. I romeni presenti in Calabria, grazie ai canti della liturgia, non solo innalzano le lodi a Dio, ma creano dei ponti di collegamento immaginari con la madre patria, contribuendo a costruire e a mantenere una memoria collettiva nazionale nella terra di nuovo insediamento. Memoria che viene rafforzata dalla storicità e dagli stretti legami esistenti tra confessione ortodossa e nazione romena. Legami che a loro volta si rinnovano e si consolidano in ogni celebrazione mediante una Învierea (lett. “Resurrezione”), ossia una rinascita dei valori di fede e dell’amore verso la terra d’origine.
  • Il saggio ripercorre l’arco temporale che va dalla nascita del flauto traversiere presso la corte di Luigi XIV in Francia alle prime decadi dell’Ottocento, ricostruendo per la prima volta le modalità di diffusione dello strumento in Europa e i vari aspetti organologici e poetici che di volta in volta il flauto ha assunto nei diversi paesi quali Inghilterra, Germania e Italia, osservati nel loro peculiare contesto musicale. In un viaggio tra sacro e profano, al centro della ricerca sono la poetica degli affetti, di cui il traversiere è particolare portavoce, e il rapido mutamento estetico-acustico che lo strumento ha subìto nel corso del XVIII secolo.

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    In questo numero di Etnografie Sonore / In this number:
    • Nicola Renzi - The Sami Drum from Oracular Rituality to Musical Performance
    • Ferhat Arslan - The Politicization of Tradition: The New Visibility of Zikir in Soldier Send-Off Ceremonies in Turkey
    • Marco Romano Coppola - Lo zikr della confraternita sufi del villaggio rom del Poderaccio (Firenze)
    • Francesco Serratore - Vite transnazionali e musiche locali. La comunità cinese di Milano e il teatro delle marionette di Wencheng
    • Vanna Viola Crupi -Relazione fra parlato e cantato nei repertori di emisyô ed esyongano dei bakonzo (Uganda)
    • Daniele Zappatore - Calung Banyumasan: Shaping Bamboo, Sounding Identities
  • Uno dei più grandi compositori italiani d'inizio Novecento, Pietro Mascagni, visto attraverso la lente di uno dei più arguti e innovativi musicologi di quell'epoca, Giannotto Bastianelli. Le opere del compositore vengono analizzate e spiegate con profondità e semplicità: il Pietro Mascagni di Giannotto Bastianelli è una validissima introduzione all'autore che compose Cavalleria rusticana.
  • Felice Romani, uno dei più grandi librettisti ottocenteschi, autore di opere come Norma e L'elisir d'amore, fu anche capace novellista, arguto epigrammista e delicato poeta. Nella presente raccolta di versi e prose Romani si perde tra antiche terre lontane dal profumo esotico o passeggia per la Milano del primo Ottocento, esplorando temi ed epoche sempre diversi. Dai racconti cavallereschi (Arturo e Madonia, La nuova Egeria, Il velo di Margravia) alle narrazioni bibliche (Morte di Adamo ed Eva, Rachele e il Dio della Mesopotamia), dalle traduzioni in versi di poemi nordici (Gunloda, Le nozze di Asclusa) fino alle verisimili cronistorie contemporanee (I virtuosi in viaggio, La crinolina) ed ai fulminei epigrammi, Romani si fa testimone degli ambienti, dei sapori e degli umori della letteratura ottocentesca.

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