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    In questo numero di Etnografie Sonore / In this number:
    • Francesca Billeri - Amusing the Spirits through the Music: Coul Ruup Rituals in Cambodia
    • Delia Dattilo - Voci italiane dalla West Coast: le audioregistrazioni di Sidney Robertson Cowell (California 1939)
    • Roberto Milleddu - La musica sarda di tradizione orale alla radio: un primo inquadramento (1920-1980)
    • Lorenzo Chiarofonte - The Dance of the Drunkard Prince. A Celebration for the Spirits in Central Burma (Myanmar)

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    In questo numero di Etnografie Sonore / In this number:
    • Sergio Bonanzinga - Forgiare la musica. Da Tubal-Kain ai mastri ferrai siciliani
    • Alessandro Cosentino - “Resettled” Musical Practices of the Nharo from D’kar (Botswana)
    • Michele Segretario - Aurality and the Tactics of Resistance in Spanish America (1539-1675)
    • Maria Semi - Delgamuukw v. the Queen. Cronache di un ascolto giudiziario
  • Questo volume propone un’indagine su alcune reciproche influenze tra la cultura musicale di Italia e di Francia nel Novecento. I saggi qui pubblicati sono scaturiti da un convegno tenutosi a Palermo nel 2008 in ideale prosecuzione con due precedenti incontri di studio a Strasburgo e a Cremona. Ancora oggi quei lavori, con qualche piccolo aggiornamento, mantengono attualità e interesse. Gli scritti – di Jean-Jacques Nattiez, Carlo Serra, Gianfranco Vinay, Raffaele Pozzi, Angelo Orcalli, Luigi Manfrin, Gaetano Mercadante, Pietro Misuraca, Gabriele Garilli, Amalia Collisani, Pierre Michel, Alessandro Arbo, Ingrid Pustijanac, Giovanni Damiani – disegnano una rete variegata di flussi, convergenze, echi, alleanze da Dallapiccola e Messiaen ai compositori più recenti.
  • La biografia del soprano Emma Zilli (Udine, 1863 – L’Avana, 1901) consente di percorrere un viaggio nel mondo operistico del tardo Ottocento attraverso l’esperienza di un’acclamata interprete, le sue esibizioni, le tournée e gli incontri con i personaggi più influenti dell’epoca, come Giuseppe Verdi, Giulio Ricordi, Giacomo Puccini e Franco Faccio. Apprezzata fin da subito dall’editore milanese per le sue qualità attoriali e canore, fu scelta da Verdi per il suo Falstaff – fu la prima interprete di Alice Ford. La Zilli legò il suo nome ai più celebri melodrammi dell’epoca, diventando un’artista di riferimento per le opere pucciniane e verdiane.
  • Che cosa conosciamo di Pietro Mascagni, oltre a Cavalleria rusticana? Eppure una quindicina sono i suoi melodrammi, e numerose sono le composizioni per orchestra, da camera, per pianoforte, ampio il repertorio corale (sia sacro che profano), curioso il suo interesse per il teatro e il cinema. Con approfondito spirito musicologico e con l'ausilio di documenti inediti - non ultimo il prezioso Pietro Mascagni di Bastianelli e le lettere del librettista Guido Menasci -, Cesare Orselli ci guida alla scoperta del grande compositore toscano.
  • Il Concerto in Sol e il Concerto per la mano sinistra di Maurice Ravel sono tra i più apprezzati concerti per pianoforte e orchestra del Novecento. Il presente volume si propone come guida all'ascolto e, contemporaneamente, come messa a fuoco delle fondamentali questioni critiche generali che hanno caratterizzato il Novecento musicale, artistico e storico.
  • Prima di diventare il grande romanziere di Il rosso e il nero e della Certosa di Parma, il trentunenne Stendhal diede alle stampe le biografie di tre dei più grandi artisti del secolo appena trascorso. Pubblicate con il lungo titolo di Lettere scritte da Vienna in Austria sul celebre compositore J. Haydn, seguite da una Vita di Mozart e da Considerazioni su Metastasio e lo stato attuale della musica in Francia e in Italia (1814), queste tre biografie godettero di sicura fortuna sia in Francia che altrove. NeoClassica le ripubblica in una traduzione rivista e aggiornata, preceduta dall'introduzione di Alessandro Arbo e da un ricco apparato bio-bibliografico.
  • A più di un secolo dalla sua creazione, riemerge in prima edizione moderna Michelina, romanzo breve di Temistocle Solera, librettista del Nabucco di Giuseppe Verdi: un episodio di vita romantica ambientato nella Milano del 1836, che racconta le passioni di una giovane ragazza contesa fra le rigide convenzioni familiari, i sotterfugi di sedicenti artisti e l'amore per l'unico uomo che può salvarla.

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    In questo numero di Etnografie Sonore / In this number:
    • Nico Staiti - Le zampogne raffigurate sul soffitto ligneo della Cattedrale di Nicosia (Sicilia, XV sec.)
    • Luisa Hoffmann - La ricerca etnomusicologica di Giuseppe Ganduscio in Sicilia (1962-1963)
    • Vincenzo Della Ratta - From Bamboo to Metal: The Relationship between Bamboo Instruments and Gong Ensembles in the Central Highlands of Vietnam
    • Silvia Bruni - «Oh my Lord ʿAbd al-Qādir»: Text and context in jīlāla ritual songs in Morocco
  • Jia Ruskaja (Kerč’, 6 gennaio 1902 - Roma, 19 aprile 1970) è stata una danzatrice, coreografa, teorica della danza italiana; ha fondato l’Accademia Nazionale di Danza e la Fondazione dell’Accademia Nazionale di danza. È stata la donna che ha intessuto rapporti pubblici e privati con le maggiori personalità della cultura coreutica, artistica e politica del Novecento italiano ed internazionale. Diva e icona glamour della danza libera italiana, nonostante le origini tartare è da considerarsi a tutti gli effetti un’artista nostrana. L’intelligenza, la sagacia nonché la personalità volitiva, le hanno concesso di entrare nel mondo coreutico pur non essendo una danzatrice di formazione, percorrendo con disinvoltura gran parte del Novecento a partire dagli anni del futurismo, per ritrovarsi regina della danza nel ventennio fascista. «Danzatrice e poetessa della danza, è una creatura molto interessante, una personalità. Personalità ineguale e attraente che fonde in un’armonia maravigliosa di linee fisiche e spirituali aspetti vari e mutevoli di una figura e di un carattere. È la sintesi compiuta e inquadrata di varie epoche, di varie razze, di vari temperamenti; è un contrasto e un accordo», tutto questo è Jia Ruskaja: la dea danzante.

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    In questo numero di Etnografie Sonore / In this number:
    • Francesca Billeri - Amusing the Spirits through the Music: Coul Ruup Rituals in Cambodia
    • Delia Dattilo - Voci italiane dalla West Coast: le audioregistrazioni di Sidney Robertson Cowell (California 1939)
    • Roberto Milleddu - La musica sarda di tradizione orale alla radio: un primo inquadramento (1920-1980)
    • Lorenzo Chiarofonte - The Dance of the Drunkard Prince. A Celebration for the Spirits in Central Burma (Myanmar)

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    In questo numero di Etnografie Sonore / In this number:
    • Nina Baratti - Between Genre and Generations: Analyzing Angolan Popular Music
    • Razia Sultanova - On the Ruins of Empire: The Music of Central Asian Migrants in Russian Metropolises
    • Christian Ferlaino - Using Ethnographic Data and Psychoacoustics to Analyse a Tuning System for Surdulina Bagpipes
    • Ilaria Meloni and Silvia Spinelli - Sounding like a Sindhen. First Results of an Ethno-Phoniatric Investigation on the Javanese Female Voices

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    In questo numero di Etnografie Sonore / In this number:
    • Gerhard Kubik - Musical Bows and the Spirit of Human Discovery
    • Alessandro Cosentino - «Less Is More, My Friend!». Sibongile Kgaila and Solly Sebotso: Four-String Guitar Song Composers from Botswana
    • Giulia Ferdeghini e Ilario Meandri - Analisi formulaica e caratterizzazione oicotipica in etnomusicologia: il caso delle epiche curde Mem û Zîn e Kelaê Dimdim
    • Grazia Magazzù - Competenze femminili nel canto a più voci di ambiente contadino della Sicilia orientale
    • Matías Isolabella and Raquel Jiménez Pasalodos - From Mud to Music: The Production and Uses of Clay Drums in Morocco
  • In February 2014 an international seminar on musical dynamics and creativity in Africa was held at Tor Vergata University of Rome. The topic and the approach were strongly influenced by issues that Gerhard Kubik believed should have been addressed for a long time, such as the attention to cultural and social dynamics, with a specific emphasis on the creativity of individuals. Beside his keynote address, Music Traditions, Change and Creativity in Africa includes the contributions presented by scholars from different countries, particularly active in the East African area and in dialogue with Italian researchers who have field experience in the same region. Along with the papers multimedia contents are also available online.
  • Sono riunite in questo volume due opere di Guido Menasci: L'Autunno, raccolta di tre brevi componimenti in prosa, e Il libro dei ricordi, serie di poesie, edite per la prima volta a Livorno rispettivamente nel 1901 e nel 1894.

    La prosa e la poesia di Menasci hanno tutte le caratteristiche del decadentismo italiano e lasciano al lettore un dolce senso di oblio, di perdita di qualcosa che è esistito ma che ormai si scorge solo come un sereno ricordo lontano.

  • Un’inedita esplorazione dell’itinerario artistico di Martino Traversa, compositore apolide della musica contemporanea italiana. La sua produzione coniuga un ardito neomodernismo – esito personalissimo della ricezione del “secondo” Boulez – con una urgenza retrospettiva, vissuta come frangia estrema del debussysmo e del ravelismo. Erma bifronte tra utopia e nostalgia, persegue un rigoroso costruttivismo sonoro sia nelle opere solistiche, cameristiche e sinfoniche sia nel versante elettronico ed elettroacustico. Profondamente avverso a qualsiasi radicalismo concettuale o anti-musicale, ha coltivato un cammino compositivo autonomo, fuori dagli schemi e lontano dalle accademie, guardando più all’Europa che all’Italia. Ne delinea il composito ritratto la struttura quadripartita e pluridisciplinare del volume: sei contributi musicologici affidati, oltre ai due curatori, ad Alfonso Alberti, Marco Angius, Gian Paolo Minardi e Curtis Roads; due approfondimenti dialogici con lo stesso compositore e con Angius; quattro conversazioni con i suoi interpreti storici: Irvine Arditti, Mario Caroli, Garth Knox, Ciro Longobardi; un’appendice conclusiva su un’installazione intermediale curata da un musicologo, Lombardi Vallauri, un critico letterario, Fabio Vittorini, e una storica dell’arte, Francesca Pola.

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