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  • Con questo volume si intende offrire un omaggio a Francesco Giannattasio, un caro amico e collega che ha tanto contribuito allo sviluppo della ricerca e della riflessione teorica nel campo dell’etnomusicologia. Sono stati invitati a partecipare coloro che più da vicino hanno seguito il suo lavoro, che si è alimentato di un costante dialogo con diverse discipline, dall’antropologia alla linguistica, dalla musicologia alla psicologia e alla psichiatria. Scritti di Steven Feld, Agostino Ziino, Maurizio Agamennone, Roberta Tucci, Piero Innocenti e Marielisa Rossi, Sergio Bonanzinga, Nicola Scaldaferri, Nico Staiti, Antonello Ricci, Grazia Tuzi, Fulvia Caruso, Giorgio Adamo, Laura Faranda, Giovanni Giuriati, Vincenzo Caporaletti, Bernard Lortat-Jacob, Giorgio Banti and Simone Tarsitani, Paolo Di Giovine, Serena Facci, Ignazio Macchiarella.
  • Percorsi di etnomusicologia ripercorre i molteplici itinerari di questa disciplina che, fin dai suoi esordi alla fine del XIX secolo, ha visto un susseguirsi di correnti teoriche-metodologiche rivolte a conoscere le diverse culture musicali. L'affascinante viaggio nella storia della disciplina permetterà di guardare ai modi in cui i ricercatori, nel corso del tempo, si sono avvicinati a tali culture, le hanno analizzate e interpretate avanzando interessanti e multiformi proposte ermeneutiche.
  • I saggi raccolti in questo volume di Alessandro Arbo discutono alcuni principali temi della filosofia della musica nel Novecento: dalla presenza del mito di Beethoven nella cultura centroeuropea, all'interpretazione delle rapide metamorfosi dei materiali sonori posteriori alla crisi del sistema tonale, al comune proposito di identificare nella musica un'esperienza della temporalità più originaria o autentica rispetto a quella imposta dai ritmi dell'era tecnologica. L'esame critico coinvolge i criteri di interpretazione dell'opera musicale fondati su paradigmi teorici quali la dialettica, la fenomenologia, l'ermeneutica, la teoria della ricezione.
  • In Anime affannate si parla di Francesca da Rimini e Ugolino della Gherardesca, due figure storiche che Dante trasforma in miti della modernità; due peccatori condannati alla pena eterna, che suscitano tuttavia nel viator Dante una compassione dichiarata. Il senso di vicinanza affettiva, la condivisione del dolore, la sincera partecipazione che le due figure provocano anche nel lettore sono anche le ragioni per la loro fortuna musicale: dopo cinque secoli di silenzio, infatti, nell’Ottocento si registrano centinaia di intonazioni dantesche, e una parte rilevante di esse ha come oggetto l’episodio del V canto dell’Inferno, la “bufera infernal”, tanto quanto l’episodio del XXXIII dove i traditori sono gettati nel ghiaccio d’Antenóra. Anime affannate affronta con tre saggi più ampi la figura di Francesca nello specchio della musica, e con diverse schede più agili gli altri testi più frequentemente intonati dai compositori, la tragica confessione di Ugolino e il sonetto Tanto gentile e tanto onesta pare, un Dante stilnovista che ha anch’esso attraversato il secolo romantico.
  • In questo volume indirizzato a musicisti e interpreti, il violoncellista Cosimo Carovani riflette sul mondo al quale appartiene.
    Nelle discussioni intorno alla musica, salta fuori spesso lo scettico di turno con la frase «parlare di musica è come ballare di architettura» (una citazione attribuita, erroneamente, a Frank Zappa): un po’, in fondo, lo pensiamo tutti, ma dall’antichità fino a oggi non si è mai smesso di parlarne. Non si tratta di mettere in discussione l’ineffabilità dell’arte dei suoni; ma, al contrario, di prendere atto che da quel potere impalpabile può scaturire una costellazione di pensieri e di parole. Rameau, Schumann, Berlioz o Wagner sono solo alcuni dei molti musicisti che hanno dedicato pagine e pagine – teoriche, critiche o filosofiche – alla loro arte, come in un continuo lavoro maieutico su sé stessi e sulla musica. Parlare di musica è importante – altroché se lo è! Cosimo Carovani parla in queste pagine di un potere della musica di operare trasformazioni interiori: perché dovremmo autocensurarci ed evitare di dare espressione verbale a qualcosa che, pur apparentemente inesprimibile, è in grado di cambiare la nostra vita? (dall’introduzione di Luca Ciammarughi)
  • L’ascolto della musica dell’Altro è un fenomeno affascinante perché «intriga il modo in cui così tante persone oggi, pur perdendo il significato implicito di gran parte della musica che ascoltano, la “fraintendono” in un modo così creativo ed efficace da renderla compatibile con le proprie vite» (Sorce Keller). Questo libro ne illustra un caso paradigmatico: quello di una generazione di italiani, adolescenti negli anni Settanta, che hanno plasmato le loro identità dialogando con la musica dell’Altro latinoamericano, fino a renderla un ingrediente fondamentale dei loro immaginari, sogni e utopie.
  • Anton Francesco Gori raccolse e ripubblicò nel Settecento numerose opere di Giovan Battista Doni; tra queste spicca questo ragguardevole trattato, rimasto sepolto negli archivi romani per più di un secolo. È questo un testo che offre ai nostri lettori una buona occasione di ripercorrere le origini della musica scenica dall’autorevole punto di vista di uno dei maggiori teorici seicenteschi, e ascoltando con lui alcuni dei più importanti compositori dell'epoca - Monteverdi, Gesualdo, Peri, Caccini e molti altri.
  • Il volume è un’etnografia musicale del culto napoletano della Madonna dell’Arco. Praticato nell’agro nolano a partire dal XV secolo e attualmente molto diffuso fra i ceti popolari della provincia di Napoli e della città stessa, il culto si è sviluppato, soprattutto nell’ultimo secolo, in un contesto – Napoli e il suo hinterland – compiutamente metropolitano. La devozione per la Madonna dell’Arco costituisce attualmente un fenomeno estremamente vitale, impegna più di centomila devoti nel pellegrinaggio annuale che si svolge il Lunedì dell’Angelo presso il Santuario di Sant’Anastasia, e, almeno nel corso della sua storia recente, non ha conosciuto periodi di declino o di interruzione delle attività rituali. Nei riti dei “battenti” gli elementi coreutico-musicali hanno un ruolo centrale.

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