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  • In questo volume, Vincenzo Della Ratta guida il lettore in un affascinante viaggio alla scoperta del complesso rapporto che intercorre tra la morte e i gong presso i jarai, un gruppo etnico degli Altipiani Centrali del Vietnam. I gong svolgono un ruolo cruciale nelle celebrazioni funebri dei jarai, poiché scandiscono i diversi momenti del lungo percorso rituale che culmina con l’Abbandono della tomba, la cerimonia con cui ci si congeda definitivamente dal defunto. Per consentire al lettore di comprendere il legame tra ensemble di gong e rituali funebri, l’autore presenta, inoltre, le concezioni dei jarai rispetto alla morte, la descrizione dello svolgimento dei rituali e anche la particolare configurazione dei cimiteri dove tali rituali hanno luogo. Il volume, presentato da Giovanni Giuriati, è accompagnato da un consistente apparato multimediale di numerosi esempi audio-video raccolti in Vietnam e si rivolge a studiosi di etnomusicologia, antropologia, orientalisti e storici delle religioni.
  • Il volume La musica fra testo, performance e media offre una riflessione sulle forme di esperienza musicale della contemporaneità e di un passato che spazia dalla prima età moderna alla fine del Ventesimo secolo. Queste possono essere riportate a un concetto ampliato di mediazione musicale che non si applica soltanto all’esperienza “mediatizzata” della musica, proposta da dischi, film, trasmissioni radio e televisive, piattaforme di archiviazione web e social media, ma anche a un concerto dal vivo, a un’installazione, a una partitura a stampa e a un manoscritto musicale miniato. Nel complesso, i saggi di La musica fra testo, performance e media rispondono all’esigenza di problematizzare le forme di esperienza musicale riconducibili ai tre concetti di testo, performance e media, di esplorarne le reciproche relazioni e tensioni ma anche la reciproca permeabilità, fino al punto di indistinzione. La copertina è di Daniele Simonelli.
    SAGGI: Alessandro Cecchi - Forme e concetti dell’esperienza musicale: testo, performance, media nella prospettiva della mediazione radicale I. tecnologia esperienza performance Gianmario Borio - L’esperienza estetica sotto l’egida della tecnologia Giacomo Albert - Post-music: l’ibridazione delle forme audiovisive nel XXI secolo tra performance e tecnologia Alessandro Bratus - Corpi, schermi e “macchine che corrono”: la rappresentazione della performance nella Electronic Dance Music II. sguardo voce ascolto Vincenzo Borghetti - Lo sguardo che ascolta: Alamire, i manoscritti musicali di lusso e i lettori cortesi Michela Garda - Attraverso la voce: oltrepassamenti e dislocazioni tra XX e XXI secolo Emilio Sala - L’inconscio acustico della seconda voce di Milly Emanuele Senici - Filmare l’aria: Franco Enriquez, Francesco Rosi, Peter Sellars III. teorie visioni dibattiti Roberto Calabretto - Appunti per una teoria della musica per film, a partire dalle parole dei registi Gaia Varon - Al servizio dell’ascolto? Il dibattito sulla musica orchestrale in televisione ai suoi esordi IV. gesto corpo scena Maurizio Corbella - Nuove Consonanze. Corpo, suono e performance in Un tranquillo posto di campagna di Elio Petri Maria Teresa Soldani - Il cinema indipendente americano attraverso la musica indie Matteo Giuggioli - Le forme dell’opera nel cinema. Sull’impiego cinematografico del Trovatore tra Gallone e Visconti Ilario Meandri e Matteo Aldeni - Sonorizzatori e rumoristi: la realizzazione degli effetti sonori

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  • Un’inedita esplorazione dell’itinerario artistico di Martino Traversa, compositore apolide della musica contemporanea italiana. La sua produzione coniuga un ardito neomodernismo – esito personalissimo della ricezione del “secondo” Boulez – con una urgenza retrospettiva, vissuta come frangia estrema del debussysmo e del ravelismo. Erma bifronte tra utopia e nostalgia, persegue un rigoroso costruttivismo sonoro sia nelle opere solistiche, cameristiche e sinfoniche sia nel versante elettronico ed elettroacustico. Profondamente avverso a qualsiasi radicalismo concettuale o anti-musicale, ha coltivato un cammino compositivo autonomo, fuori dagli schemi e lontano dalle accademie, guardando più all’Europa che all’Italia. Ne delinea il composito ritratto la struttura quadripartita e pluridisciplinare del volume: sei contributi musicologici affidati, oltre ai due curatori, ad Alfonso Alberti, Marco Angius, Gian Paolo Minardi e Curtis Roads; due approfondimenti dialogici con lo stesso compositore e con Angius; quattro conversazioni con i suoi interpreti storici: Irvine Arditti, Mario Caroli, Garth Knox, Ciro Longobardi; un’appendice conclusiva su un’installazione intermediale curata da un musicologo, Lombardi Vallauri, un critico letterario, Fabio Vittorini, e una storica dell’arte, Francesca Pola.
  • In February 2014 an international seminar on musical dynamics and creativity in Africa was held at Tor Vergata University of Rome. The topic and the approach were strongly influenced by issues that Gerhard Kubik believed should have been addressed for a long time, such as the attention to cultural and social dynamics, with a specific emphasis on the creativity of individuals. Beside his keynote address, Music Traditions, Change and Creativity in Africa includes the contributions presented by scholars from different countries, particularly active in the East African area and in dialogue with Italian researchers who have field experience in the same region. Along with the papers multimedia contents are also available online.
  • Il volume è un’etnografia musicale del culto napoletano della Madonna dell’Arco. Praticato nell’agro nolano a partire dal XV secolo e attualmente molto diffuso fra i ceti popolari della provincia di Napoli e della città stessa, il culto si è sviluppato, soprattutto nell’ultimo secolo, in un contesto – Napoli e il suo hinterland – compiutamente metropolitano. La devozione per la Madonna dell’Arco costituisce attualmente un fenomeno estremamente vitale, impegna più di centomila devoti nel pellegrinaggio annuale che si svolge il Lunedì dell’Angelo presso il Santuario di Sant’Anastasia, e, almeno nel corso della sua storia recente, non ha conosciuto periodi di declino o di interruzione delle attività rituali. Nei riti dei “battenti” gli elementi coreutico-musicali hanno un ruolo centrale.
  • Nei grandi centri urbani della Birmania centrale (Myanmar), canti, melodie e ritmi dell’ensemble musicale nat hsaing richiamano un elaborato pantheon di spiriti locali, che danzano manifestandosi attraverso i corpi di professionisti rituali, interagendo così con i loro devoti nel corso di lunghe cerimonie private. In Nat hsaing, Lorenzo Chiarofonte presenta una vivida narrazione dello svolgimento di una cerimonia per gli spiriti. Coniugando la forma di dettagliato resoconto etnografico con l’analisi performativa, il volume descrive i diversi momenti e i tanti protagonisti del rituale. Il volume, presentato da Giovanni Giuriati, è accompagnato da un consistente apparato multimediale di numerosi esempi audio-video raccolti in Birmania e si rivolge a studiosi di etnomusicologia, antropologia, orientalisti e storici delle religioni.
  • Percorsi di etnomusicologia ripercorre i molteplici itinerari di questa disciplina che, fin dai suoi esordi alla fine del XIX secolo, ha visto un susseguirsi di correnti teoriche-metodologiche rivolte a conoscere le diverse culture musicali. L'affascinante viaggio nella storia della disciplina permetterà di guardare ai modi in cui i ricercatori, nel corso del tempo, si sono avvicinati a tali culture, le hanno analizzate e interpretate avanzando interessanti e multiformi proposte ermeneutiche.
  • Il presente volume è la restituzione multimodale del progetto di etnomusicologia applicata Roma a tempo di musica realizzato nella Scuola Secondaria di I grado “R. Bonghi” di Roma nell’a.s. 2022/2023. Attraverso lo studio e la pratica laboratoriale sia di repertori di tradizione orale che di musica d’arte del primo Novecento, si è voluto porre l’accento sulla bellezza e la pluralità della vita culturale di Roma, dove vivono e si influenzano persone provenienti da diverse parti del nostro pianeta. Grazie anche all’intervento in classe delle music makers protagoniste dei recenti flussi migratori, nel progetto Roma a tempo di musica si è lavorato sulla costruzione identitaria individuale e collettiva degli alunni, in una prospettiva fluida e transculturale.

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